CONTRATTO A CHIAMATA Cos’è e come funziona

Ciao amici di noi stranieri, sapete che esiste il contratto a chiamata? contratti di lavoro in cui è necessario andare a lavorare soltanto determinati giorni e solo per alcune ore? Ad esempio solo i week-end, o solo i giorni festivi come pasqua o natale? Si possono chiamare “contratto a chiamata”, “contratti intermittenti” o “job on call”. Scopriamo meglio cos’è e come funziona:

Il contratto a chiamata è un contratto di lavoro che può essere stipulato da persone di età tra 25 e 45 anni, o anche da persone in pensione. Un soggetto però può lavorare nella stessa impresa per un massimo di 400 giorni in 3 anni.

Questi limiti di età non valgono soltanto nel settore turistico.

CI SONO 2 TIPI DI CONTRATTO A CHIAMATA:

  1. Con obbligo di risposta, cioè il lavoratore è obbligato ad accettare il lavoro nel momento in cui viene chiamato.
  2. Senza obbligo di risposta, cioè il lavoratore non è vincolato quindi può anche rifiutarsi di andare a lavorare quando viene chiamato.

Inoltre, il contratto a chiamata può anche essere:

  • a tempo determinato, quindi con una scadenza.
  • a tempo indeterminato, quindi senza una scadenza.

RETRIBUZIONE

La legge stabilisce che il lavoratore a contratto a chiamata ha diritto alla stessa paga oraria del Collegio collettivo di lavoro, proporzionato alle ore di lavoro effettuate.

Inoltre, il lavoratore a contratto a chiamata matura anche tredicesima, quattordicesima, TFR, permessi ROL e ferie.

Nel caso di contratto con obbligo di risposta nella paga è prevista anche un’indennità di disponibilità come compenso (20% della retribuzione).

CONTRIBUTI

Come gli altri lavoratori anche a chi lavora “a chiamata” spettano i trattamenti previdenziali, quindi in busta paga verranno calcolati i contributi.

Ovviamente, nel periodo in cui non viene svolta la mansione non vengono maturati neanche i contributi tranne per l’indennità di disponibilità, ciò comporta una quota di contributi esigua. Per evitare questo l’INPS ha creato la contribuzione volontaria cioè la possibilità di versare una parte di contributi. Questa vale per: lavoratori che hanno guadagnato una somma inferiore a 10.418,20 annui e ai lavoratori che nell’attesa hanno percepito un indennità inferiore a 10.418,20 annui.

Il lavoratore può fare domanda di contribuzione volontaria entro il 31 luglio dell’anno dopo, per farlo può:

  • Chiamare il numero INPS 803164.
  • Recarsi nei patronati o centri CAF.
  • Andando sul sito INPS (CLICCANDO SU Servizi Online > Per tipologia di utente > Cittadino > Versamenti Volontari”).

L’INPS calcola i contributi per poi inviare tramite bollettino la somma, il quale dovrà essere pagato entro la fine del trimestre successivo

MODELLO

Il contratto deve avere forma scritta inticando:

  • durata del lavoro.
  • retribuzione e, eventualmente, indennità.
  • obbligo o meno di risposta.
  • modalità di chiamata (mail, telefono,…)

DISOCCUPAZIONE

Un disoccupato che percepisce indennità di disoccupazione può effettuare un lavoro con contratto a chiamata, però bisogna specificare se quest’ultimo percepisce indennità di disponibilità perché se la percepisce permette il cumulo della Naspi solo se non supera 8000 euro annui, se invece non percepisce indennità di disponibilità la disoccupazione è sospesa solo per i giorni di lavoro effettuati.

In ogni caso si deve comunicare all’INPS entro un mese dalla stipula del contratto.

TFR NEI CONTRATTI A CHIAMATA

Anche il lavoro a chiamata prevede il TFR , la quale somma sarà proporzionata alle ore effettuate. Esso viene corrisposto solo nei seguenti casi:

  • Licenziamento
  • Dimissioni
  • Pensionamento

Il Licenziamento ha le stesse modalità di qualsiasi altro dipendente, quindi un lavoratore a chiamata può essere licenziato subito con giusta causa (ad esempio un lavoratore con obbligo di risposta che rifiuta la chiamata di lavoro è considerata giusta causa quindi può essere licenziato nello stesso momento in cui si rifiuta di lavorare) oppure con un preavviso di 15 giorni senza giusta causa.

Le Dimissioni nonostante abbiamo le stesse modalità presentano delle differenze, infatti se si tratta di un contratto a tempo indeterminato il lavoratore può licenziarsi in qualsiasi momento subito con giusta causa o con un preavviso senza giusta causa; se si tratta di un contratto a tempo determinato invece il lavoratore non può licenziarsi poiché la scadenza del lavoro è stabilita dal contratto, quindi se decidesse di licenziarsi il datore di lavoro può richiedere il risarcimento danni.

LA MALATTIA

Se il lavoratore si ammala deve comunicarlo al datore di lavoro, nell’arco di tempo in cui il dipendente si trova in malattia non matura indennità di disponibilità.

FERIE E PERMESSI

Anche il lavoratore a chiamata matura ferie in proporzione alle ore svolte di lavoro.

ASSEGNI FAMILIARI NEI CONTRATTI A CHIAMATA

Anche in questo caso la somma degli assegni viene calcolata in base alle ore di lavoro svolto.

PROROGA

Il contratto a tempo indeterminato può essere prorogato solo una volta se quello precedente era inferiore a tre anni e solo indicando la causa della proroga.

LIQUIDAZIONE

L’importo della liquidazione, che spetta anche al lavoratore a chiamata, viene calcolato in base alle ore di lavoro svolto. Il TFR viene liquidato in caso di licenziamento, dimissioni o pensionamento.

MOBILITA’ E CONTRATTI A CHIAMATA

Se un soggetto è iscritto a lista di mobilità può essere assunto a contratto a chiamata SOLO senza obbligo di risposta, in caso di assunzione con contratto con obbligo di chiamata l’iscrizione viene revocata.

DIFFERENZA CON VOUCHER

Il contratto a chiamata è un vero e proprio contratto, e come tale prevede diritti e doveri, matura quindi busta paga. Con il voucher viene remunerato il lavoro occasionale, non matura quindi TFR o contributi vari.

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